Teologo inglese. Appartenente a una famiglia anglicana,
passò giovanissimo al cattolicesimo per poi ritornare nel 1634
all'anglicanesimo, ma su posizioni eterodosse. Profondamente influenzato
dall'arminianesimo e convinto che non ci fosse bisogno di guide infallibili, si
fece assertore della tolleranza religiosa, sostenendo che gli uomini pervengono
a gradi diversi di verità, secondo le loro doti. Ne conseguiva che
ciò che importava era soprattutto lo sforzo per trovare la verità,
anche se la grazia divina era una necessità per tutti gli uomini. Essa
veniva trasmessa all'uomo attraverso la ragione che "scopre ciò che
è naturale e riceve ciò che è soprannaturale" (Oxford 1602
- Chichester 1644).